“Lavoro intellettuale. Comprenderlo, apprezzarlo, monetizzarlo”

“Lavoro intellettuale

Comprenderlo, apprezzarlo, monetizzarlo”

 Repubblica.it del 10.03.2017

 

Sono tanti i fattori che rendono complicato comprendere e dare il giusto valore al lavoro intellettuale.

 

Prima di tutto il professionista a cui ci si rivolge non produce nulla di materiale.

Se entro dal panettiere do qualche moneta ed in cambio esco con una calda e croccante pagnotta; dal meccanico porto l’auto che scoppietta e arranca e la vado a ritirare, dopo aver saldato il conto, pronta per affrontare ancora tanta strada.

 

In secondo luogo spesso il lavoro professionale non è quantificato attraverso dei listini, questo porta ad avere grosse differenze tra parcelle di professionisti diversi per lo stesso lavoro, creando ovviamente confusione nei clienti.

 

Infine il lavoro intellettuale viene pagato quasi sempre alla consegna del lavoro, eccetto un piccolo acconto ad accettazione incarico, lasciando spesso il cliente in ansiosa attesa della parcella finale ed il professionista a dover recuperare magari a fatica i crediti.

 

Il primo punto va superato tenendo semplicemente conto della quantità di ore che sono state impiegate dal professionista, e/o dai suoi collaboratori, per giungere al risultato. Va poi considerata la professionalità acquisita dal professionista al quale ci siamo rivolti, intendo gli anni di studi, le specializzazioni, da quanto tempo sia in attività, ecc..

E’ necessario poi entrare nell’ottica che un lavoro può produrre non un manufatto, ma un beneficio, un progetto, un’aspettativa anche futura.

 

E la differenza di parcelle tra diversi professionisti come valutarla? Si potrebbe parlare di differente grado di bravura, riconosciuta dalla clientela o dai colleghi, di servizi più o meno completi che lo studio può garantire, della rete di collaborazioni che può portare ad un risultato migliore, dalla particolare specializzazione di un professionista nel settore di vostro interesse.

In ogni modo avere un preventivo dettagliato il più possibile è la strada migliore per non avere sorprese, ed un contratto controfirmato da entrambe le parti, che specifichi costi e metodi di pagamento, tutelerà tanto il cliente quanto il professionista.

 

Infine, per chi si avvicina al professionista da lavoratore dipendente ed è quindi all’oscuro delle difficoltà dei lavoratori autonomi, informatevi bene sul cuneo fiscale attuale in Italia prima di pensare che il professionista “intaschi” quanto vi fattura. Tolte le spese vive, infatti, il suo ricavo netto possiamo ragionevolmente pensare che non supererà il 50%.

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